IAM: a ognuno la sua chiave

Un accesso personalizzato, sicuro e basato sulle mansioni operative del collaboratore: ecco come l’IAM ci aiuta a tenere al sicuro i nostri dati.

Chi è? Sono io. I am in inglese. Questa risposta che nel mondo reale è facilmente verificabile, in quello digitale diventa  una questione chiave per la sicurezza informatica. Con l’aumento delle minacce informatiche e la crescente quantità di dati sensibili da proteggere, la gestione efficace delle identità e degli accessi (IAM) si rivela cruciale. Ma cos’è esattamente l’IAM e perché è così importante?

Cos’è l’IAM?

L’Identity and Access Management (IAM) racchiude un insieme di processi, tecnologie e politiche che consentono di gestire le identità digitali (utenti, applicazioni, dispositivi) e di controllare i loro accessi alle risorse aziendali (dati, sistemi, applicazioni). L’obiettivo principale dell’IAM è garantire che solo i soggetti autorizzati possano accedere alle informazioni e ai sistemi di cui hanno bisogno, nel momento in cui ne hanno bisogno, e nel modo corretto.
Un sistema IAM completo include diversi componenti chiave:

  • Repository delle identità: un database centralizzato che memorizza le informazioni sulle identità digitali.
  • Meccanismi di autenticazione: processi per verificare l’identità di un utente o di un dispositivo prima di concedere l’accesso.
  • Meccanismi di autorizzazione: regole che definiscono quali azioni un utente o un dispositivo può eseguire una volta autenticato.

Audit e monitoraggio: strumenti per tracciare e analizzare l’attività degli utenti e dei dispositivi, al fine di rilevare eventuali anomalie o violazioni della sicurezza.

Autenticazione e autorizzazione: i pilastri dell’IAM

L’autenticazione e l’autorizzazione sono i due processi fondamentali dell’IAM, che lavorano in sinergia per garantire un accesso sicuro e controllato alle risorse.

Autenticazione: è il processo di verifica dell’identità di un utente o di un dispositivo, simile a mostrare un documento d’identità all’ingresso di un edificio. Ad oggi non esiste un solo metodo di identificazione. Anzi, ne possiamo enumerare diversi tipi, anche in base alla necessità di sicurezza richiesta. I più comuni spaziano dalla classica password all’autenticazione a più fattori (MFA) che richiede più prove di identità, come una password e un codice inviato al telefono, senza dimenticare i certificati digitali, veri e propri file crittografati che attestano l’identità di un utente o dispositivo.In ambito aziendale, per velocizzare il lavoro, è fondamentale la tecnologia Single Sign-On (SSO) che permette di accedere a più applicazioni con un’unica autenticazione.

Autorizzazione: una volta che l’identità è stata verificata, l’autorizzazione determina quali azioni specifiche l’utente o il dispositivo può compiere. Per tornare all’esempio dell’edificio, è come ricevere, dopo il controllo all’ingresso, l’autorizzazione a entrare in determinate stanze dell’edificio o accedere ad archivi specifici. Anche dal punto di vista del controllo e del monitoraggio le possibilità sono diverse, anche se i sistemi più diffusi e ad oggi performanti sono due: RBAC e ABAC.  Il Role-Based Access Control (RBAC) assegna le autorizzazioni in base al ruolo o alla funzione lavorativa dell’utente (ad esempio, un contabile avrà accesso ai sistemi finanziari, ma non ai dati dei pazienti). L’Attribute-Based Access Control (ABAC) offre un controllo più granulare basato su attributi specifici dell’utente, del dispositivo o del contesto (ad esempio, un medico potrà accedere solo alle cartelle cliniche dei suoi pazienti, e solo durante l’orario di lavoro). Se RBAC è più semplice da implementare e gestire, ideale in un’organizzazione aziendale più lineare e con pochi accessi, può diventare meno preciso di fronte a scenari complessi. ABAC al contrario offre un controllo più fine e adattabile, ma richiede una maggiore configurazione e manutenzione. Anche in questo caso non esiste una soluzione preconfezionata, ma solo un’analisi della singola realtà aziendale che prenda in considerazione tanto l’organizzazione attuale quanto i piani di sviluppo futuro, può fornire la risposta adeguata.

IAM: applicazione e vantaggi

L’IAM trova applicazione in una vasta gamma di settori, adattandosi alle esigenze specifiche di ciascuno. Nelle aziende, protegge i dati sensibili e garantisce che solo il personale autorizzato possa accedere a sistemi e applicazioni critici. Nella pubblica amministrazione, è fondamentale per salvaguardare i dati dei cittadini e garantire la trasparenza dei servizi. Nel settore sanitario, può essere impiegato per proteggere le cartelle cliniche elettroniche con le informazioni sensibili dei pazienti in esse contenute. Negli istituti finanziari, l’IAM è uno dei sistemi impiegati nella prevenzione delle frodi, proteggendo le transazioni e i dati finanziari dei clienti. I fornitori di servizi cloud utilizzano l’IAM per gestire l’accesso alle risorse archiviate da parte dei clienti, per una maggior sicurezza e privacy dei dati. L’IAM però non è solo la “chiave” virtuale dei nostri uffici ma rappresenta un vero e proprio investimento strategico. Automatizzando i processi di gestione delle identità e degli accessi, semplifica le operazioni IT e migliora l’efficienza operativa. Da questa ottimizzazione e dalla riduzione del rischio di violazioni e data breach, deriva anche una riduzione dei costi operativi, aumentando nel contempo la user experience di tutti gli utenti interessati.

La gestione efficace degli accessi e delle autorizzazione fa parte del complesso di servizi legati alla sicurezza che STL Connext può offrire ai suoi clienti e che diventano elementi essenziali soprattutto a fronte di un’organizzazione del lavoro in cui lo smartworking ha un ruolo sempre crescente.

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